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In un articolo precedente abbiamo illustrato le caratteristiche del massaggio trasverso profondo. Oggi vorremmo evidenziare la sua relazione con la riparazione del tessuto connettivale quando viene eseguito su un paziente.
È stato ipotizzato che una leggera mobilizzazione trasversale, applicata nella fase iniziale del processo infiammatorio, aumenta il movimento dell’edema tissutale presente post trauma, in modo tale da incrementare la fagocitosi.
Uno stress minimo meccanico sia esterno e sia interno, applicati entrambi al di sopra di un tessuto in riparazione, sono gli stimoli primari per il rimodellamento di un’immatura e debole cicatrice tissutale. Tale azione è particolarmente specifica nei tessuti che presentano un orientamento delle fibre su vari piani e diverse direzioni.
Il MTP, inoltre, attua una stimolazione di un lineare ri-arrangiamento delle fibre del tessuto connettivo durante la fase di riparazione. Per questo è necessario mantenere la mobilità – in rispetto della patologia – nella struttura lesionata. A causa del dolore, però, il tessuto non può essere mobilizzato nella sua completa estensibilità, ma questa limitazione può essere compensata attraverso la mobilità trasversale.
Lo scopo primario del MTP è quello di creare un movimento trasversale nel collagene, in modo da prevenire la formazione di adesioni incrociate tra le fibre durante il processo riparativo. Nella fase iniziale della proliferazione, nel momento in cui il cross links è assente o limitato, il massaggio trasverso profondo deve essere eseguito dolcemente in modo da causare solo un minimo fastidio.
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Quale relazione vi è nell’azione del massaggio trasverso profondo con la riparazione del tessuto connettivale? Scopriamolo insieme!
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